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Da oggi il nuovo indirizzo del blog è

 www.uvaromatica.com

 

Zafferano&co.

Questo piatto è nato perchè volevo provare ad abbinare gli asparagi con qualche spezia, così tanto per cambiare dal solito ‘uovo e parmigiano’, e ho pensato allo zafferano proprio per la caratteristiche aromatiche praticamente opposte ma di altrettanto grande intensità. Lo zafferano a mio gusto va dosato bene, perchè tende a risultare un po’ nauseante e l’abbinamento in effetti mi è piaciuto molto, anche cromaticamente non è male, no? ho trovato particolare che, credo per via della consistenza di questi gnocchi, la dolcezza e l’aroma inconfondibile dello zafferano, emergono alla distanza, ovvero inizialmente mi sembrava di averne messo troppo poco e che l’asparago vincesse nettamente, poi invece dopo qualche forchettata le cose cambiano e il piatto trova un suo equilibrio molto piacevole. Ho abbinato un Langhe Bianco 2006 di G.D.Vajra da vitigno Riesling renano 100%, davvero impeccabile. Continua a leggere »

Pizza!

Il mio rapporto con i lievitati non è mai stato tanto buono, e per l’impasto della pizza ho provato varie volte a seguire più ricette e più consigli, ma vuoi o non vuoi c’è sempre qualcosa che va storto. O la pasta non gonfia, o la lascio lievitare per troppo tempo, o aspetto troppo poco, o fa troppo freddo, o poi al momento di stenderla si straccia, o dulcis in fundo la faccio cuocere troppo sbruciacchiandola qua e là. Tutto questo fino a ieri! Dopo varie prove altalenanti, con la pizza di ieri sera mi sento di dire che si sta delineando nel cucinino una ricetta che mi piace e che è quasi del tutto affidabile. Ragion per cui posto questa ricetta nel tentativo di non dimenticarmi cosa ci ho messo, e soprattutto perchè per la prima volta è croccante e soffice e degna di nota.

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Mon petit choux

Ahimè lo scorso weekend avrei tanto voluto essere a Verona per il Vinitaly, ma accidentalmente non ho proprio potuto andarci. E siccome tutti gli anni da quindici anni ci si va e si vive una strana sensazione di dejà-vu, quando pochi giorni fa ho realizzato che non ci sarei stata mi sono detta e ripetuta che infondo non mi perdevo niente, che sì sì ma tanto è così grande e dispersiva come fiera che in un giorno solo si vede quasi niente, che come evento è in un certo senso anche ‘out’ (ho letto in giro in proposito che è diventato come il Festival di Sanremo, tutti dicono di non guardarlo ma poi alla fine -anche di nascosto- ci vai e vuoi sapere come è andata, perchè è la tua genetica), e che molto professionalmente potevo anche rimandare alcuni assaggi a momenti più tranquilli e propizi, magari facendo proprio visita a qualche produttore, che come esperienza è sempre molto più significativa. Insomma me la sono raccontata per bene, invece è stata una decisione molto sofferta e domenica mi sono addirittura sorpresa per quanto mi dispiacesse non esserci andata, così anche solo per sentire che aria tira e poter dire ‘io c’ero’. Continua a leggere »

Mi sono presa stamattina un po’ di tempo per leggere bene questo attesissimo articolo uscito oggi su L’espresso, cui già da ieri e per le prossime settimane se non mesi o anni, il mondo dell’enologia e della vitivinicoltura, insieme a quello dei consumatori, della politica, e di chissà quanta altra carta stampata, fa e farà riferimento. L’articolo in sè si vanta di svelare in anticipo gli esiti di un’inchiesta ancora aperta (mi pare l’abbiano battezzata ‘Vendemmia sicura’), con tanto di indispettito commento del Ministro che ci rimane male soprattutto per la fuga di notizie. Continua a leggere »

Foca Pride

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Giorni fa al Tg ho visto nuove immagini di esseri umani (si chiamano così) armati di grandi bastoni che, scesi per la caccia dalla loro barchetta-rifugio, goffi ma sorretti da una evidente bieca motivazione, rincorrevano sul ghiaccio le loro prede, foche ignare e bellissime, innocenti quanto terrorizzate, per colpirle senza pietà fino alla morte. Mi sembrava di sentire la foca gridare “PERCHE’?”. E davvero, non aggiungerei altro.

Ringrazio di tutto cuore Campodifragole per avermi insignita di questo premio così speciale, dicendole subito che ricambio con la stessa intensità la stima e la simpatia che mi ha dimostrato,  che mi onora la motivazione per la quale mi ha premiato e che spero di saper portare avanti per bene questo progetto che ci ha accumunate. Nel contempo ringrazio gli ideatori del premio stesso, che dice di individuare tra i blog che conosciamo quelli che riteniamo siano rari e preziosi, da tutelare perchè unici e forieri di affezione.  Per cui a mia volta mi pregio di premiare…

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Festeggio con gioia il primo compleanno di Trattoria Muvara partecipando a questo meme del ‘menù per la trattoria, 15 euro tutto compreso’. Confesso prima di tutto che mi ci voleva questo post per capire finalmente se Uncle Pigor e Aiuolik la trattoria ce l’avessero davvero oppure no, e mi complimento con loro per la bravura e la costanza che hanno sfoggiato in questo primo anno di web log! L’idea della trattoria è sempre vincente, evoca una cucina facile, un po’ rustica, fatta di ingredienti semplici e un pizzico di saggezza, con prezzo comfort e ottimi ricordi. Benvengano le ricette così, belle e buone, cucinate ad occhio e per niente destrutturate :-) E poi confesso che la formulazione dei menù è una cosa che adoro fare… quando ho ospiti oppure una cena a cui tengo, mi piace proprio mettermi a tavolino (o meglio dire al pc) e comporre la sequenza dei piatti in maniera ragionata, immaginare le ricette e magari documentarmi un po’, curare i nomi delle pietanze come si farebbe per un ristorante e qualche volta anche stampare i menù da mettere in tavola :-) Continua a leggere »

Torta Gianduja

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Uova di cioccolato in esubero? bene, anzi benissimo! perchè di possono fondere e trasformare come ho fatto io per questa crostata nutellona e goduriosissima. In realtà è che avevo una scorta di giandujotti di Guido Gobino che aspettava da un po’ il momento di finire prima in un bel pentolino e poi in una pastafrolla. Poi si sono aggiunte le uova pasquali, per cui ho deciso che era proprio ora di iniziare a smaltire un po’ di cioccolato dagli armadietti del cucinino, e colto al volo il compleanno di papy come occasione ideale.

Con queste dosi ho fatto una torta da 20 cm più 4 crostatine monoporzione, che sono sparite prima di riuscire a fotografarle…

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Tra Picolit e Ramandolo

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Destino volle ieri mattina che io passassi per la primissima volta dal blog di Mariluna e ci trovassi esattamente quel che stavo cercando. Cercavo infatti l’ispirazione per preparare una cosina da tagliere, per l’abbinamento a una delle nostre degustazioni periodiche, il formaggio c’era, il salame pure, il pane buono preso… serviva giusto una tortina, pensavo ad un dolce ma non avevo chiaro in mente nulla di preciso, quando si sono materializzate queste bellissime tartellette, nè dolci nè salate e strabordanti di gusto e profumo. Il tema della serata dopo il primo approccio della volta scorsa, era di nuovo il Friuli con i suoi vitigni autoctoni, questa volta a bacca bianca. In programma due vini bianchi secchi, Tocai  Friulano 2006 e Malvasia Istriana 2003, seguiti da due bianchi da dessert il Picolit 2005 di Az. Agr. La Tunella e il Ramandolo Docg 2002 di Dario Coos. In mezzo a questi ultimi ci sono finite queste tartellette con gorgonzola, miele e pere Kaiser, così buone da essere già in sè stesse equilibrate, riassunto burroso e perfetto di ingredienti tutti adatti all’abbinamento a grandi vini da dessert.

 brise-singola.jpg Continua a leggere »

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Quando io ero piccola il dolce di Pasqua a casa nostra era la colomba, quella di marca, comprata al supermercato – che a me non piaceva, come non mi piaceva il panettone. Negli anni più fortunati c’era anche l’uovo di cioccolato, ma non ho molti ricordi legati a questo; piuttosto ricordo bene che un anno mia mamma ci regalò degli agnellini di marzapane, comprati in pasticceria. Erano quanto di più bello e perfetto potessi ammirare, con il musetto disegnato sorridente, il colore leggermente biondo, il rilievo che simulava la lana, un profumo e un gusto così dolce e buono e mai assaggiato prima, da sembrarmi una vera rivelazione. Mi ricordo che me lo feci durare tanto, credo settimane, sbocconcellandolo solo un pezzetto alla volta, come se mi fosse stato detto che non l’avrei mai più riassaggiato.

Anni dopo mia mamma comprò il grano in erboristeria, lo mise a bagno nell’acqua e disse che visto che l’aveva trovato ci avrebbe fatto la pastiera. Fu la svolta, per me davvero un’illuminazione. Avrò avuto quindici anni  e trovavo questa cosa del grano intero infilato in una crema e a sua volta poi messa in una torta, quanto di più originale ed esotico avessi mai visto. Senza contare che all’epoca, già il fatto che si facesse una torta in casa era proprio un evento foriero di gioia vera, un ‘di più’ estremamente raro ed apprezzabile. Continua a leggere »